L’Associazione
L’Associazione Culturale Terra Insubre nasce a Varese nel 1996 e da allora svolge un’intensa attività di ricerca storica e archeologica sui popoli celtici, germanici e alpini che nel corso dei millenni maggiormente hanno influenzato le genti e la storia dell’Insubria e della Lombardia, dell’area padano-alpina e del mondo mitteleuropeo. A fianco delle indagini archeo-storiche, basate anche sulla rielaborazione dei dati toponomastici ed etno-linguistici delle popolazioni lombarde ed europee, svolgiamo approfondimenti su tematiche a noi molto care quali la preservazione dell’ambiente, le tradizioni e le lingue locali, la gastronomia e la musica della nostra Terra.
Terra Insubre è da sempre impegnata a ridefinire i concetti di Autonomia, Federalismo e Identità, alla ricerca di nuove sintesi culturali per la creazione di un’Europa dei Popoli e delle Regioni.
Terra Insubre, oltre che sulla storica sede centrale di Varese, può oggi contare su sezioni locali attive a Como, Novara, Milano, Marcallo con Casone, Lecco, Lodi, Pavia e nel Canton Ticino. Della famiglia di Terra Insubre fa inoltre parte l’Associazione Culturale Terra Orobica, che opera principalmente nella provincia di Bergamo.
PRESIDENTE: ing. Giancarlo Minella
STATUTO >
L’Insubria
Insubria è l’antico nome della nostra Terra. Una regione transfrontaliera delimitata a Est dall’Adda, a Ovest dalla Sesia e dal Ticino, a Sud dal bacino del Po e a Nord dalle Alpi, che dunque si estende nelle province di Varese, Como, Pavia, Lecco, Lodi, Milano, Novara e del Verbano Cusio Ossola, oltre che nel Cantone Ticino e nelle vallate lombarde del Cantone Grigioni.
Insubria è stato un nome di uso molto comune fino al XIX secolo d.C., come si può verificare sui testi e sulle carte geografiche dell’epoca. Anche se questo termine per un certo periodo è caduto in disuso, esso di fatto non è però mai del tutto scomparso e oggi, grazie all’azione di chi nell’Insubria si riconosce, sta anzi tornando a esserci sempre più familiare.
Utilizzare questo nome per un’associazione che si prefigge come finalità la riscoperta della storia e delle tradizioni e la valorizzazione di tutto quello che riguarda da vicino il nostro ambiente di vita era dunque d’obbligo. L’Insubria è ricca di testimonianze storiche del periodo della dominazione Celtica, un periodo che inizia circa nel XII secolo a.C., con la Cultura di Golasecca, e passa per il VI secolo a.C., quello in cui secondo lo storico romano Tito Livio viene fondata Milano, per concludersi con l’invasione romana del III secolo a.C.
Successivamente, con la conquista romana dell’Insubria e dell’intera Gallia Ciaslpina, le popolazioni della zona non vengono completamente assimilate ma continuano a vivere alla loro maniera pur avvicinandosi alla cultura Latina. Pagano le tasse ai nuovi conquistatori, forniscono prodotti e truppe alle legioni romane e si adattano alla nuova cultura dominante pur mantenendo le proprie tradizioni. Come durante l’età del ferro la Gallia Cisalpina era stata un punto di incontro tra le civiltà antiche: la greca, l’etrusca, la latina e la celtica, l’Insubria diventa un punto di incontro fra la civiltà romana, la celtica e la germanica nel periodo imperiale, quando Mediolanum diviene capitale dell’Impero.
Sotto la dominazione romana gli Insubri, il popolo che si era opposto a Roma con maggior determinazione nel periodo repubblicano, diventano alleati, ma senza perdere la propria identità. Ciò anche per merito della politica imperiale, che tendeva a mantenere vive le qualità intrinseche dei singoli popoli assoggettati.
Dopo la caduta dell’impero romano e il successivo periodo di forte instabilità, l’Insubria diventa parte integrante del regno Longobardo, che delle città insubri di Pavia e Monza farà il centro del suo potere. La presenza di questo popolo germanico e la sua graduale fusione con le popolazioni autoctone lascerà un segno profondo e tuttora ben percepibile nel modo di essere e di pensare della gente insubre.
Il successivo periodo storico, a partire dal XI secolo d.C., da un lato vedrà fiorire la civiltà comunale e la sua voglia di libertà e di indipendenza, ma dall’altro porterà gravi divisioni per la terra d’Insubria a causa dell’appartenenza delle sue città alla fazione filoimperiale o a quella filopapale. Concluso il periodo comunale il territorio Insubre sarà il nucleo fondante della Signoria milanese e del successivo Ducato di Milano, la cui bandiera è tuttora riconosciuta come l’unica e la più autentica bandiera d’Insubria. Il Ducato di Milano perderà gradualmente la sua indipendenza nella prima parte del XVI secolo d.C., ma resterà sostanzialmente un’entità autonoma prima sotto la poco felice dominazione spagnola e poi, dall’inizio del XVIII secolo d.C., sotto la ben più efficiente dominazione austriaca.
Ecco perché, come eredi di questa storia millenaria, ci siamo sentiti in dovere di utilizzare questo nome così antico e importante, che ci consente anche di avere un filo comune con l’Europa, la quale, come Insubri, non ha conosciuto solo i nostri antenati ma anche quelli che, secondo il già citato Tito Livio, abitavano un cantone degli Edui nella Gallia Transalpina del VII secolo a.C.
I Simboli
Il Triskell ed il Cinghiale
I Simboli sono un elemento fondamentale nel linguaggio dei popoli antichi. I popoli Indoeuropei, in particolare, utilizzavano spesso simboli solari e animali per raffigurare le potenze del mondo. Per questa ragione anche Terra Insubre ha adottato come proprie insegne distintive due di questi antichissimi simboli: il Triskel ed il Cinghiale. Il Triskel è un segno di riconoscimento utilizzato presso molte popolazioni celtiche quali Bretoni, Gallesi e Irlandesi. E’ composto da tre spirali, un motivo molto caro ai Celti, unite a formare un simbolo solare rotante. E’ un segno molto antico che si ritrova in tutta l’Europa anche non celtica, ma che soprattutto dai Celti venne, se non introdotto, sicuramente utilizzato in larghissima misura.
Il cinghiale deve la sua scelta alle leggende tramandateci dagli storici latini e medioevali riguardo la fondazione di Milano, l’antica Mediolanum capitale del regno degli Insubri. Questi racconti narrano infatti dell’incontro tra una scrofa semilanuta e il principe celta Belloveso il quale, ritenendo questo evento di buon auspicio fonderà una città proprio nel luogo dove il fatto era avvenuto.
E’ verosimile ritenere che la scrofa semilanuta fosse un cinghiale (in latino suis semilanuta), essendo questo un animale sacro presso i Celti. Il cinghiale, inoltre, ci collega idealmente con il Morvand (Borgogna), un territorio abitato anticamente dagli Edui; tra loro, secondo quanto riporta lo storico romano Tito Livio, una tribù aveva il nome di Insubri. Non è perciò un caso se molti studiosi di storia antica dell’Europa utilizzano il cinghiale come segno distintivo. Ci auguriamo dunque che questo animale un tempo sacro possa ancora una volta rivelarsi di buon auspicio per il destino della nostra Associazione, ma soprattutto per il futuro della nostra Terra d’Insubria.
Il Ducale
Poco dopo la fondazione di Terra Insubre, quando si è presentata la necessità di individuare un vessillo che non fosse solo quello della nostra Associazione, ma che al contrario potesse venire riconosciuto e accettato da tutti come simbolo della terra d’Insubria, la scelta non è potuta che cadere sulla bandiera ducale.
L’antica bandiera del Ducato di Milano, nata dall’unione di due emblemi quali il Biscione visconteo, simbolo di una Nazione i cui confini per lungo tempo sono stati quelli dell’Insubria storica, e l’Aquila imperiale, il più nobile e antico tra i simboli europei, ben si adattava a rappresentare l’Insubria come realtà locale e come terra d’Europa.
Da allora molto è stato detto e fatto e sono oggi numerose, oltre a Terra Insubre, le associazioni culturali, le pubblicazioni, i gruppi musicali, i movimenti d’opinione, i gruppi di rievocazione storica e persino le istituzioni che si rifanno al concetto di Insubria e che a vario titolo e con varie finalità si riconoscono nella bandiera Ducale o nel simbolo del Biscione visconteo.
Sono passati più di seicento anni da quando per la prima volta questo vessillo è stato innalzato e il suo destino sembrava ormai quello di apparire solo sui libri di storia. Oggi, dopo secoli di oblio, l’antica bandiera Ducale è invece tornata a vivere quale simbolo della terra d’Insubria. Una terra che non si accontenta più di celebrare le glorie del suo grande passato, ma che pretende per sé stessa anche un grande futuro.